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Nata il primo del giorno in cui la natura esplode,
implode e trasforma la mente,
nata per Amore e per Amore vivo.
Nata per vedere, sentire, osare, credere, capire.
Nata per arrabbiarmi come un tizzone di fuoco e,
calmarmi come una neve di primo inverno,
che balla,
balla,
balla,
lenta.
Nata per Amore e con Amore concludo:
grazie Madre!

E mi tocchi

con un filo di voce.

E mi parli

con un dolce,

agre

palpito di polpastrelli.

E mi assorbi

con la mente,

a grappolo d’uva.

Come un frutto.

Ricordi

Ricordo quella lama nel petto.
Ricordo quel mio muso rivolto verso l’asfalto.
Ricordo l’odore delle suole delle scarpe sul mio viso.
Ricordo i sorrisi pieni di disprezzo.
Ricordo quella salsedine che strappa la carne come velo.
Ricordo, non posso dimenticare quelle lacerazioni,
ricordo ed il mio involucro anche ma,
cosa ancora peggiore il mio cuore ricorda ed è piu’ duro.
Amo il salice piangente.

I sensi

Spoglia,
appare così, con coriandoli fermi,
la Pianura,
freme all’avvicinarsi del Vento estivo.
L’aroma della carne simile al caffè.
Le corolle dei Fiori, simili al grembo femminile,
fremono,
i Petali dondolano scossi appena dal risalire della Clorofilla,
vivono.
Battito animale,
L’amante glorioso si avvicina alla gloriosa meta.
Seta che solca un contorno di vittoria.
Simile alla Brezza sul pelo dell’acqua,
così colui e colei che si uniscono,
creano una eclissi di Sole e un sorgere della Luna anzitempo.
Una esplosione ed implosione di odore si sesso.

Ciao mondo!!

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Un
ciuffo di capelli.
Delle mani protese,
calde,rassicuranti.
Le tue.
Una sensazione di
appartenenza,
quella che ti dice
che
non sei un bastardo.
Un profumo di rose ed
ambra.
Poi un alito di vento
ha spento la Candela.
Il petalo è volato.
Chi apparteneva è
diventato bastardo.
Quel ventre caldo è
diventato gelido.
Gelido diventò il
Cuore di chi hai ospitato.
Un ago infuocato non
crea molto dolore,
ma quel bruciore è
continuo.
Le tue mani Mamma.
Tu Mamma, mi manchi!
(fino
a quando esisterà questo blog  io
continuerò a rieditare questi versi che ricordano mia Madre)
 

I Giorni.

Per tutti i giorni che,
non ho diviso con te.
Per tutti quelli che ora vivo accanto a te.
Per tutti i geli notturni di una Anima solitaria e racchiusa,
rinchiusa in un bozzolo.
Per tutti quelli che,
ora srotolo come matassa in filo d’Angora.
Solo un Cielo ed ora un campo di Stelle,
come Diamanti e Rubini con,
una Luce sincera e calda
di un campo di Girasoli.
Per tutti i giorni persi,
per quelli finalmente ritrovati.
Da una Clessidra che scorreva in un Mare ora,
una cascata di Rose dai colori distinti e netti.
Per tutti i giorni che,
devono ancora venire un grazie per quelli appena trascorsi.

Fuoco come acqua.

Io,

io Pierrot,

chitarra in mano e poco più,

strofe stonate,

mescolate in un manto bianco,

nero,

Arlecchino è il mio compagno.

Non perdo,

non gioco,

vinco,

metronomo,

passista veloce,

afferro l’aria e il fuoco e,

aria diventa fuoco errante,

il fuoco bianco,

gelida acqua.

Mago,

Giullare.

Sento musica tesa.

Luce,

ombra.

Ora entra entra, entra adesso.

Spogliati,

qui,

ora,

ora che sono qui.

Muterò in Tigre,

diventerò Pecora.

Trasporta il tuo alito nel mio gioco,

perditi e ritrovati nell’abisso di questo fisso tramonto,

alba di carne e spremute di sentimenti.

Ora,

adesso,

stringiti al mio mantello,

ora,

adesso,

fallo ora,

trasportati nel mondo della leggiadra Gomorra!

 

 

 

Azzannarsi senza fine.

Azzannarsi senza fine.

Crollare tramortiti senza carne
in,

una selva di mani e chiome,

mescolarsi,

irriducibili.

 

E
le Foglie d’Erba strangolassero le Macchine.

Le
Macchine ruminassero i Tombini.

I
Tombini abbattessero i Grattacieli.

I
Grattacieli salissero sulle Nuvole.

Le
Nuvole fulminassero le Dighe.

Oh  sì le Dighe, si rompessero e facessero risuonare
verso Valle,

tutta
la loro Musica,

e
la Musica,

le
Parole,

i
Muri dell’apparenza, come fantasmi di Platino,

si
frantumassero in una esplosione di Panna,

ecco
sì questo vorrei:

una
esplosione dell’Animo dei bipedi verso i Bipedi.